Manifesto dell'associazione

Premessa

Scriviamoo questo manifesto perché è ora di svoltare, cambiare pagina, progredire ed uscire da questo periodo buio in cui quella che dovrebbe essere la vittima diventa carnefice e viceversa, sotto agli occhi di un pubblico fermo a guardare. 

Partiamo dalla presunta vittima: gli enti di formazione, prima di tutto quelli pubblici. A fatica riescono a capire che il mondo è un altro, velocissimo, in cui i talenti devono poter emergere, in cui la corruzione, il clientelismo, la pacca sulla spalla non possono più valere. Gli enti di formazione dovrebbero funzionare fin da principio, quando i loro fruitori gattonano ancora. Accompagnare bambini in un percorso che gli consenta di diventare adulti. Scoprire qual è il loro talento perché possano metterlo a frutto e vivere una vita gratificante e votata all’autorealizzazione. Preparare persone che abbiamo spirito critico, pronte a scegliere per sé e per la collettività.

Purtroppo la musica che si sente suonare è molto diversa. I giovani talenti scappano all’estero perché attratti da vere opportunità professionali. E chi decide di rimanere può ambire ad uno stage, nella migliore delle ipotesi rimborsato nelle spese.

Ed ecco che il giovane di belle speranze - la vera vittima - passa al ruolo del carnefice, ammaestrato da ordini professionali (le cui origini sono da ricondurre al medioevo) a ringraziare per un tozzo di pane. Educato a piegare sempre il capo. A dire sempre scusa, perché se no anche il tozzo di pane viene a mancare, “Perché la colpa è la tua” [Capisco perfettamente questa situazione perché l’ho vissuta direttamente. NdA]

Spettatori di questo spettacolo incivile sono imprenditori ed imprenditrici. Frustrati dal dover retribuire professionalità acerbe, ragazzi molte volte allenati alla svogliatezza e privi di stimoli alla crescita.

È ora di svoltare. Se non per noi, per i nostri figli e nipoti. E le nuove professioni digitali rappresentano la migliore delle occasioni, che ci viene servita su un piatto d’argento.

L’eCommerce cresce ma ciò che cresce ancora di più è la rilevanza della componente digitale di cui ogni azienda deve dotarsi se si candida a rimanere sul mercato. Ecco perché, nella nostra visione, l’eCommerce Manager è una figura polivalente, con competenze trasversali e che abbracciano molte discipline.

Insieme con mio fratello abbiamo individuato un “reticolo del sapere” che definisce la professionalità dell’eCommerce Manager. Sulla base di questo, costruito dei corsi da interpretare come l’inizio di un cammino.


Principi del movimento

  1. La competenza. Ogni ecommerce manager deve essere preparato e deve poter misurare la sua preparazione.
  2. L’esperienza sul campo. L’eCommerce Manager opera su un terreno mobile per definizione, in cui la competenza deve andare a braccetto con l’esperienza sul campo.
  3. La meritocrazia. Chi studia e si impegna gode dei benefici che gli consentono di crescere. Tutti gli altri restano indietro.
  4. L’equità. Non esiste un tariffario per le prestazioni di un eCommerce Manager ma delle linee guida che sono stilate in funzione delle competenze e delle esperienze certificate.
  5. La dinamicità. Non si può, non si deve stare fermi. Il mondo dell’information technology in generale e dell’eCommerce in particolare cambiano ogni giorno.
  6. La gratuità. I ragazzi meritevoli di avere un aiuto non devono essere “monetizzati”. Sono la parte debole della catena del valore. I clienti sono le aziende che necessitano di professionalità digitali.


Pietro e Marco Tibaldeschi